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Non mi viene niente! Continuo a sbagliare tutto! L’arbitro ce l’ha con me, non fischia niente. Non sono capace. Era meglio se stavo a casa.

Queste sono solo alcune delle classiche frasi che sento dire dai ragazzi durante le partite, quando ovviamente le cose non vengono come si vorrebbe. Frasi, che unitamente all’atteggiamento del corpo, comportano un autosabotaggio sicuro.

Cosa possiamo aspettarci che succeda se entriamo in campo con quell’espressione arrabbiata, con la testa piena di frasi negative, se poi prenderò un tiro poco convinto, se terrò le braccia penzolanti, se correrò poco, se mi farò battere in difesa ad ogni azione – il tutto accompagnato dalle parole di cui sopra?

Cosa produrrà questo mio atteggiamento nei miei compagni e sulla mia squadra?

Qualcuno si arrabbierà con noi, qualcuno di sicuro si farà condizionare, pensando: “Cavoli se lui sta messo così allora vuol dire che facciamo davvero schifo. Se lui sta così vuol dire che non ce la possiamo fare. Forse lui sta così anche per colpa mia perché ho fatto quel passaggio male…” e di conseguenza inizieremo a giocare male in due, poi in tre e forse in quattro.

La catena non si spezza, anzi si moltiplica, autorizzando tutti a farsi inglobare in sensazioni negative, compreso il coach, che non è di certo esente dalle giornate faticose. Anche il coach potrebbe far fatica quel giorno a far girare la squadra, a spezzare quel ritmo e a condizionare in modo positivo i primi alleati.

autosabotaggio

Noi siamo i condottieri del nostro cervello.

Così come guidiamo una macchina, un motorino, così se decidiamo, se vogliamo davvero farlo, possiamo allenare la nostra testa a essere concentrata sulle soluzioni anziché sui risultati negativi di quel momento.

Conveniamo tutti sull’inutilità di stare su qualcosa che è già avvenuto e che non possiamo cambiare?

Siamo tutti d’accordo che nessuno di noi rivedrebbe un film che gli ha fatto schifo, o mangerebbe un cibo che è scaduto, o andrebbe in un posto che non l’ha fatto sentire accolto?

E allora perché continuiamo ad alimentare i pensieri che non ci fanno stare bene?

Perché continuiamo ad aspettarci che la soluzione che ci faccia cambiare idea o atteggiamento arrivi da fuori?

Miei cari ragazzi, ma anche allenatori e genitori, l’unica soluzione è stare nel presente, nel qui ed ora e mantenere un atteggiamento costruttivo, cercando la soluzione migliore per determinare il prossimo futuro, perché quello sì, è in divenire e su quello possiamo ancora decidere come comportarci!

È tutta una questione di atteggiamento, come sempre!

Dunque, assumiamo la nostra bella postura da super eroe ed entriamo nel cerchio dei nostri super poteri, non sono impazzita, i ragazzi sanno bene a cosa alludo.

Godiamoci quanto stiamo per fare e divertiamoci.

Invito i genitori ancora una volta a riflettere su quello che proponiamo ai ragazzi, a non fornire loro troppi alibi “perché fanno fatica” o dall’altra parte a non “sgridarli” sempre per tutto quello che sono e fanno.

Invito i genitori a fidarsi del lavoro che stiamo facendo tutti, accogliendolo con pazienza e fiducia.

Costruiamo insieme il loro percorso, perché così facendo sarà davvero un’esperienza fantastica.

A presto!

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